Le due settimane in Cina sono volate, tuttavia è difficile pensare che un’esperienza così incredibile sia già finita.
Ancora una volta, per la sesta consecutiva, il Sincro Roller si è guadagnato un posto sul podio ai World Roller Games 2017 di Nanjing. È un ottimo risultato, ovviamente, ma non si può negare che dopo l’oro di Novara forse le aspettative erano altre.
A qualche giorno dalla gara viene da pensare che in fondo non ci si può lamentare (è un bronzo mondiale cavolo!), ma non sono qui per raccontarvi dell’immensa gioia di salire sul podio iridato, perché “purtroppo” a questa emozione ci siamo quasi abituate.
Facciamo un passo indietro: il giorno della gara.
Al mattino abbiamo il prova pista, alle 8:40, le 2:40 italiane, ma ormai al fuso ci siamo abituate. Alle 6:50 tutte pronte per partire se non fosse che non troviamo l’autista che deve portarci al palazzetto. Una volta appurato che si era semplicemente addormentato nella hall sembra che sia davvero ora di andare, si comincia.
Venti minuti di prova pista sono tanti e allo stesso tempo pochi. Tanti perché alla fine, soprattutto quando capita di mattina presto, hai i piedi che non vedono l’ora di uscire dai pattini. Pochi perché in quei venti minuti devi farti un’idea della pista di gara, provare i passi, cambiare le ruote, prendere punti di riferimento eccetera eccetera, roba da niente insomma.
È vero, l’abbiamo sempre fatto, ma chissà perché ogni dettaglio ti ricorda che questa non è una gara come le altre. Saranno i cartelloni in cinese? O la presenza delle squadre argentine? Personalmente la differenza l’ho vista nello sguardo delle mie compagne, già da lì sentivo che sarebbe stata un’esperienza del tutto diversa.
Fatto il prova pista cerchi di distrarti per quelle poche ore che rimangono. Essere in una squadra aiuta tanto, perché alla fine hai una ventina di amiche lì con te pronte a ridere e scherzare.
Dopo pranzo invadiamo una suite dell’hotel e la cospargiamo di brillantini perché da qualche parte dovevamo pur truccarci, poi di nuovo al palazzetto.
È vuoto.
Fa davvero impressione. Speriamo vada almeno lo streaming. Perché oltre alla gara di Precision non ci sono altre gare. C’è la nazionale argentina a fare il tifo, non per noi, mentre la nazionale italiana non c’è, sono diretti alla cerimonia di apertura che inizia subito dopo la nostra gara.
Come sempre, facciamo un breve ripasso e ci scaldiamo. Poco dopo sentiamo la musica, la gara è iniziata.
Coi pattini addosso chiudiamo i body di Redemption e mettiamo i guanti, poi ognuna segue i propri rituali per prepararsi e concentrarsi.
Attimo di panico quando ci accorgiamo che una di noi ha il body strappato, ma nel giro di 30 secondi se l’è già scambiato con una riserva che neanche al pit stop di Formula 1…
E poi finalmente tocca a noi.
“Finalmente” perché la pista è il momento più bello, la passione che abbiamo in comune.
“Finalmente” perché siamo venute fino in CINA per questi 5 minuti, quindi godiamoceli.
Tuttavia, il sincronizzato è una scommessa, perché l’errore può sempre capitare.
Non è facile parlare di questa medaglia, del post-gara, della premiazione, del podio.
Non possiamo dimenticare la delusione del punteggio, la frustrazione che sia già tutto finito, gli errori in pista che non sono mai di una singola atleta.
Oggi portiamo con fierezza questa medaglia che, non dimentichiamo, per undici di noi è il ricordo del primo mondiale.
Impariamo dagli errori e prepariamoci per una nuova stagione che certo non sarà come le altre.
Senza dubbio sarà piena di difficoltà, ma il ricordo di Nanjing è forte e ci spinge a dare di più!
Perché INSIEME si può fare!
Io ci credo, e tu?
#roadto2018
“Anna Biondi”